Perché Riva del Vin

La Riva del Vin è una fondamenta che costeggia il Canal Grande dal Ponte di Rialto alla chiesa di San Silvestro, nel sestiere di San Polo, così chiamata poiché, già dall’XI secolo e fino alla metà dell’Ottocento, vi approdavano e stazionavano le barche cariche di vino. Nel XIII secolo, sulla stessa riva, veniva istituito l’ "Uffizio del Dazio del Vin". Sulla Riva del Vin, come detto, stazionava la maggior parte delle imbarcazioni per lo scarico e la vendita all’ingrosso dei vini. Al travaso e al trasporto erano addetti solo i "portadori e travasadori da vin" - sulle loro barche era vietato tenere cani che, abbaiando, avrebbero potuto avvisare dell’arrivo degli ufficiali addetti ai controlli di qualità. Per ogni botte scaricata i "travasadori" ricevevano in dono una "bareta" di vino, modesta quantità corrispondente al cucchiaione di legno usato per raccogliere il vino dal fondo dei barili.
La qualità del vino veniva severamente salvaguardata dal governo veneziano, con la proibizione di annacquarlo (sin dalla legge annonaria del doge Sebastiano Ziani del 1173) o di alterarlo con l’aggiunta di "rocheta" (erba rucola di sapore forte), di allume di rocca e di melassa, come stabiliva una legge del 1521. I vini adulterati, ovvero "con la consa", venivano versati in Canal Grande dal Ponte di Rialto, mentre quelli buoni, ma sequestrati per altri motivi, venivano donati ai monasteri.

I "mercanti da vin" erano riuniti in una confraternita, istituita all’inizio del XVI secolo e, nel 1565, ottennero una loro Scuola con sede a San Silvestro. Era di loro competenza il commercio dei cosiddetti "vini da pasto", ad esclusione della Malvasia. La vendita al minuto dei vini, molti dei quali denominati "samarchi e samarcheti", per il simbolo del leone di San Marco, avveniva in varie tipologie di botteghe fra cui i "bastioni o magazeni", locali di infimo ordine, mentre le cantine erano chiamate "caneve". Si trattava di vini delle isole della Laguna e della limitrofa Terraferma, ma anche del Friuli, dell’Istria, della Dalmazia ed altri possedimenti della Serenissima.
Le "malvasie", dette anche banderuole, erano invece botteghe specializzate dove si vendevano vini pregiati provenienti dal Mediterraneo. (Estratto da VenetiaNews dal Comune di Venezia)

Mi auguro che Riva del Vin sia per voi il punto di partenza di un percorso che mi permetta di portarvi a conoscere il mondo del vino in Italia, in Europa e nel mondo.
Se, nel passato, la Riva del Vin era il luogo di distribuzione del vino in tutta Venezia, vorrei che fosse il punto di partenza da cui cominciate ad acquisire conoscenza e sensibilità in modo che vi possa trasmettere, e condividere con voi, questo mondo meraviglioso e ricco di belle scoperte!

Le insegne toponomastiche sono chiamate "ninzioleti" ("ninsioleti"), cioè "piccole lenzuola".
Sono dei riquadri rettangolari in malta, tinteggiati in bianco con una cornice dipinta in nero. I caratteri sono dipinti a mano con l'aiuto di forme di latta.

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